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Abbaye de Pierredon
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Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Simona - Produttore
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Data di pubblicazione 1 febbraio 2023
Provenza

Abbaye de Pierredon

Tempo di lettura 10 minuti

Il nostro vigneron è diverso da tutti gli altri: può assaggiare il vino ma non berlo.

Lorenzo Pellicioli, il super manager italiano, ora è un proprietario vinicolo altrettanto visionario: per il ruolo più importante della sua cantina ha scelto un musulmano.

SAUVIGNON / CABERNET SAUVIGNON / MERLOT / BIOLOGICO / ROSSO / BIANCO / ROSÉ

Io e Simona ci troviamo sulla D78, una delle strade provenzali più scenografiche in assoluto, quando chiamo Lorenzo e lo avverto di essere sfacciatamente in anticipo.
La sua risposta è già un saluto, una stretta di mano verbale e calorosa: “Non ti preoccupare, sono qui che ti aspetto. Ma mi raccomando… segui sempre il sentiero a sinistra.

Abbaye de Pierredon - Arrivo

Ci addentriamo nelle Alpilles, la piccola catena montuosa che si erge tra la valle della Durance e la piana di Saint-Rémy-de-Provence, e il chassis grida ininterrottamente per lo sforzo al quale stiamo sottoponendo la jeep.
Lasciata la strada principale percorriamo il sentiero che affianca il Gaudre de Malaga, il torrente che attraversa il Dipartimento delle Bocche del Rodano, valicando un canyon profondo centinaia di metri e serpeggiando intorno a una serie di curve.

Guido lentamente per 3 km mentre sui lati del sentiero rocce gigantesche incombono su lussureggianti boschetti di mandorli sferzati dal vento. Nel cuore dei 650 ettari della proprietà, dopo aver superato un maestoso campo di lavanda, si staglia davanti a noi l'Abbazia di Saint-Marie de Pierredon da cui la tenuta prende il nome.

Abbaye de Pierredon - Lavanda
Abbaye de Pierredon - Lavanda

La vista è cinematografica. 

Il set che ci inghiotte richiama quello di “Un’ottima annata – A Good Year”, il film tratto dal romanzo omonimo di Peter Mayle.

L’atmosfera sembra mettere in scena le descrizioni dello scrittore provenzale Jean Giono che, camminatore instancabile, dedicò alla terra che gli diede i natali le più belle pagine della sua narrativa bucolica.

Abbaye de Pierredon - Parco

L’Abbazia è una meraviglia nascosta al mondo che giace in agguato dietro ulivi e alberi da frutto che accolgono e attutiscono il canto degli uccelli. Sculture contemporanee disseminate qua e là per la tenuta vegliano sui vigneti. Platani secolari costeggiano il viale d’ingresso: la loro chioma invita a sdraiarsi nell’ombra sottostante e a scollegare ogni dispositivo per riconnettersi con la natura.

È proprio qui che ci attende Lorenzo Pellicioli. In pantaloni verdi e camicia bianca, tutto rigorosamente di lino, emana una signorilità indiscreta, e proprio per questo affascinante. 

Abbaye de Pierredon - Lorenzo Pellicioli

Tutto è iniziato dalla cappella della chiesa di Sainte Marie de Pierredon, qui a Saint-Rémy-de-Provence” ci dice indicando le mura alle sue spalle. “Viene costruita nel 1100 e donata nel 1205 ai monaci cenobiti dell’Ordine Monastico di Chalais che poi fondano il monastero e l’abbazia.”

Abbondonata dai monaci nel 1300, passa di mano in mano e attraversa indenne la Rivoluzione Francese e la sua furia demolitrice, resta di nuovo abbandonata a lungo e nel 1800 riprende a essere venduta e rivenduta.

Abbaye de Pierredon - Abbazia
Abbaye de Pierredon - Provenza - Parco
Abbaye de Pierredon - Provenza - Tenuta

Passeggiamo e ci infiliamo in angoli nascosti che sembrano usciti dai dipinti di Cézanne, ascoltiamo il canto degli uccelli, l'acqua delle fontane e il ronzio delle api. È così forte da farci intendere che siano incredibilmente grasse. Del resto qui il miele non manca: il suo profumo è ovunque, insieme a quello della lavanda e del rosmarino. Questo luogo è un concentrato purissimo di Provenza.

Simona si muove in silenzio e sembra inebriarsi di tutto ciò che la circonda. Un colonnato nell’ampio cortile, una vasca attorniata da castagni secolari, tre fontane e una piscina circondata da graticci addobbati con rose e vecchi vitigni. Serve una frase di Lorenzo per richiamare la sua attenzione:

Hai la stessa espressione di Charlotte* quando ci chiese di mettere la tenuta a disposizione del suo matrimonio.”

*Casiraghi

Lorenzo va avanti a raccontare. Il bello infatti sta per arrivare.

Di proprietà in proprietà, alla fine l’Abbazia viene comprata da un pittore. Un uomo da romanzo: gigolò prima della Guerra, frequentava Picasso ed era diventato l’amante di una delle eredi della Guinness.”

Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Simona - Lorenzo
Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Simona - Lorenzo
Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Simona - Lorenzo

Facciamo silenzio. Tre informazioni e siamo già basiti.
“Durante la Guerra, invece, pare che abbia fatto parte della Resistenza e che qui dove ci troviamo ora siano stati torturati dei nazisti, forse, chissà, anche con il suo contributo. Nel ‘51 torna, acquista e ci viene ad abitare.
Non è finita.

Perso drammaticamente l’unico figlio del suo secondo matrimonio, decide di adottare il cugino della moglie che lo aiuta nella preparazione dei colori per le sue opere. È da lui che abbiamo acquistato la tenuta. Pensate, era l’ultimo guardiano del faro non automatizzato di Francia, sull’isola di Bréhat. Quando io e mia moglie siamo arrivati qui per la prima volta, l’abbiamo trovato su una sdraio circondato da trenta pavoni che facevano la guardia.”

Lo interrompo perché nonostante sia lui il narratore, sono io a dover prendere fiato. Il suo modo di raccontare e di coinvolgerci è invidiabile. 

Abbaye de Pierredon - Provenza - Lorenzo Pellicioli

Ma chi è Lorenzo Pellicioli?

L’uomo che sapeva parlare ai salotti: così titolava Repubblica nel 2011 in un articolo dedicato a quest’uomo che ha fatto la storia recente della finanza italiana.
Di lui non ci sono molte interviste (in cinquant'anni di carriera ha sempre optato per un british low profile) e ancor meno dicerie o pettegolezzi.
Una cosa, però, è certa: la cifra che contrassegna tutta la sua vita è la sfida, fuori e dentro le aziende. Il che spiega perché il top manager sia oggi un produttore di vino altrettanto intraprendente e visionario.

Le pareti in pietra color miele di quest’oasi provenzale hanno sedotto lui e la moglie nel 2001.

In loco, all’epoca, non esisteva un solo ceppo di vite. Partire da zero è stata una scommessa ardita, vinta in velocità e, per di più, in agricoltura biologica.

Nel 2005 vengono piantati i primi vitigni di Sauvignon e Merlot mentre nel 2010 arriva colui che Lorenzo definisce il vigneron più unico che raro: Badigh Maaz.
Badigh è di origini tunisine ed è musulmano. La religione gli impone che lui possa assaggiare il vino ma non possa berlo. Senza di lui, e forse senza questa caratteristica peculiare che lo rende diverso da tutti gli altri vigneron, qui non faremmo un vino così buono.

Avrò occasione fra poco di vedere Badigh all’opera e dire che ne rimarrò colpito è un blando eufemismo.
Per ora galleggiamo sospesi in giardino. Il sole caldo picchia sulla schiena e le lucertole si riscaldano oziosamente sulla pietra. Sono ore beate quelle che ci regaliamo tra i sentieri di fiori selvatici, sempre più inebriati dai profumi di menta e salvia, rosmarino e finocchio. 

Lorenzo va avanti a raccontare, noi andiamo a ruota libera nello stupirci di ciò che è stato realizzato qui. I 650 ettari che circondano l’Abbazia sono una distesa selvaggia di boschi e uliveti, ma è il vigneto che è qualcosa di straordinario.

Percorriamo una stradina ghiaiosa costellata di targhe che indicano la direzione da prendere per raggiungerla. Sto parlando della cantina. È la perfetta fusione tra il romanticismo della campagna provenzale e la visione imprenditoriale di Lorenzo. Pareti bianche come polvere di gesso si fondono con i colori pastello degli infissi, mentre all’interno il legno e il cemento preservano le sale dove riposa il vino. 

Abbaye de Pierredon - Provenza - Tenuta
Abbaye de Pierredon - Provenza - Botti
Abbaye de Pierredon - Provenza - Botti
Abbaye de Pierredon - Provenza - Botti

È qui che finalmente conosciamo Badigh. Di lui adoro subito l’approccio e la fermezza: "Chiariamo subito una cosa: dall'uva al vino, tutto qui viene fatto in modo artigianale. La nostra agricoltura è biologica, alle viti noi applichiamo solamente infusi a base di piante seguendo il calendario lunare.

Ci viene spiegato che questi non sono i grandi terroir di Bordeaux o Borgogna e lavorare contro il caldo, il terreno calcareo, il vento e la siccità è una sfida costante. D’altra parte, però, qui arriva in soccorso il forte vento di maestrale che protegge i vigneti dalla maggior parte delle malattie. 

Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Vigneron - Lorenzo

Ed eccoci al momento tanto atteso, la messa in mostra del talento del vigneron: assaggiare senza bere. Una prima valutazione olfattiva, un piccolo sorso, una sosta di qualche istante in bocca, un lieve movimento per permettere al vino di arrivare fino a metà della gola e poi via a rigettarlo come fosse un veleno. L’iter ha luogo diverse volte, una per ogni etichetta della cantina, e ogni volta è più suggestiva dell’altra. 
Mi sforzo di distogliere l’attenzione dal rituale e di concentrarmi sui vini. Alla fine arrivo a questa selezione: sono i miei fantastici quattro di Abbaye de Pierredon.

Abbaye de Pierredon - Provenza - Degustazione
Abbaye de Pierredon - Provenza - Degustazione
Abbaye de Pierredon - Provenza - Degustazione
Abbaye de Pierredon - Provenza - Degustazione

Il primo è Luna Plena, un bianco superlativo in tutto: prodotto in serie limitatissima, è freschissimo e con un'insolita densità che sul finale lascia in bocca un tocco di limone. In una giornata di calura come quella di oggi è un vero toccasana.

Initium è un portento di rosso che mi riporta sui sentieri appena percorsi. A occhi chiusi vengo sorpreso da una folata di vegetazione mediterranea: è la gariga, con i suoi tipici aromi di timo e rosmarino, a cui si aggiunge una punta di cacao. Al palato è fresco e mentolato. Gli aromi di legno pregiato sono persistenti. 

Estravaganza è un rosé di produzione limitatissima. Il nome che porta la dice lunga sul motivo per cui è venuto al mondo: è “una follia del proprietario” che nasce da una miscela Rolle-Grenache con un perfetto equilibrio 50-50. Lo assaggio a mia volta e non posso non chiedermi: che vita sarebbe se non ci concedessimo ogni tanto qualche follia? 

Abbaye de Pierredon - Provenza - Vespro
Abbaye de Pierredon - Provenza - Vespro

Quarto e ultimo, ma primo nella mia personale graduatoria, è Vespro. Se si aggiudica più ancora degli altri il mio rispetto e la mia simpatia è perché è un vino “prestigiatore”, che si presenta sotto false spoglie. All’inizio si esprime in modo fresco e profumato ma dopo pochi istanti sprigiona la propria potenza con il pepe di Syrah e sorprende con una lunga persistenza e rotondità. Un vino irrequieto e sbalorditivo che non ha nulla di meno di un grande Bordeaux.

Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Simona

I fantastici quattro di Abbaye de Pierredon sono Luna Plena, Initium, Estravaganza e Vespro, lo sbalorditivo prestigiatore della cantina. Lascia che stupisca anche te, vai all’archivio.

I risultati di Vespro e delle altre etichette sono inequivocabili, e non solo per me. 

Nel 2019, al Concorso dei Vignerons Indépendants, la tenuta ha vinto alcune medaglie d'oro e d’argento, e Badigh è ottimista per gli anni a venire: "Le viti stanno invecchiando, questo non può che sostenere la qualità."

Abbaye de Pierredon - Provenza - Gunter - Simona - Lorenzo

Mentre lasciamo la tenuta rivolgo lo sguardo al crinale della montagna. Sulla sua sommità svetta Luce, luce, luce ovvero la scala di Claudio Parmiggiani di cui Lorenzo poco prima ci aveva detto, nel suo ufficio: “Parmiggiani ha plasticamente rappresentato qualcosa che noi percepiamo ogni giorno, la spiritualità di questo luogo, qualcosa che è al di là e al di sopra della casa, del giardino, delle vigne, qualcosa che è a Pierredon da tanto tempo prima di noi e che sarà là per tanto tempo dopo di noi.” Quest’opera fisica e metafisica assieme si eleva dalla terra verso il cielo in un finto equilibrio precario, come a indicare la direzione da seguire e la necessità di non porsi limiti malgrado le avversità.

Abbaye de Pierredon - Provenza
Lucio Rossi, Foto R.C.R. Parma
Abbaye de Pierredon - Provenza

Lentamente il sole scende come oro liquido sotto l'orizzonte. Le colline circostanti passano dall'ambra al viola più profondo mentre con la jeep torniamo verso Beaucaire. Lavanda intorno a noi. Lavanda a perdita d’occhio. Lavanda da qui all’infinito. Non possiamo perdere l’occasione di fermarci in quello che molti computer utilizzano, non a caso, come salvaschermo. Ipnotico e rilassante, questo sfondo non ci circoscrive ma ci rende liberi di pensare e sognare.

Abbaye de Pierredon - Provenza - Lavanda

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