Azzorre

Isola di Pico
Adega Lucas Lopes Amaral
Difficile concepire una proprietà più adatta all'arida e desolata Pico di questa casetta rustica sulla ventosa costa di Campo Raso, 12 km a sud di Madalena. Qui incontriamo il più giovane vigneron di tutto l’Arcipelago delle Azzore: Lucas. Appena ventunenne, è considerato il presente e il futuro di Pico, e le sue etichette sono già riconosciute a livello internazionale. La sua Adega imbottiglia e firma vini molto diversi fra loro, perché diverse sono le uve da cui nascono e diverse sono le zone dell’isola in cui si trovano le vigne. La produzione complessiva si aggira intorno alle 13.000 unità. Un numero contenuto e oltretutto non costante a causa delle avversità climatiche che spesso colpiscono l’isola e che ne condizionano le colture.
Azores Wine Company
La sua fondazione risale al 2014 ma la sua vera data di nascita appartiene al 2010, quando l’enologo António Maçanita concepisce il progetto di “salvare” Terrantez do Pico, un vitigno locale quasi estinto. Bonifica e recupero sono infatti all'origine dell'Azienda e della sua filosofia: restituire al mondo i vitigni autoctoni delle Azzorre. Qui ogni elemento naturale - l’oceano, il vento, il vulcano e la lava - è fondamentale alla produzione di vini superbi, diversi da ogni altro. Non sarà un caso se, a tutte e sei le bottiglie da noi selezionate, Robert Parker ha assegnato più di 90 punti.
Francia

Beaujolais
Domaine Les Capréoles
Dal 2014 Cédric Lecareux e sua moglie Charlotte sono i proprietari di questi 5.5 ettari a sud della Borgogna, nel Beaujolais, nel piccolo villaggio di Régnie-Durette. Il loro obiettivo, sin da subito, è stato ambizioso, encomiabile e non poco complicato: riconvertire i terreni al biologico e al biodinamico. A distanza di qualche anno i risultati si vedono: tutti i vini della cantina sono dei notevoli biologici certificati.

Borgogna
Domaine de Suremain
Un esempio di eccellenza vinicola che perdura intatta da sette generazioni: le sue radici risalgono al 1870, mentre l’attività di imbottigliamento dentro il castello, roccaforte della famiglia, risale al 1947. Oggi la tenuta si estende su 18 ettari, tutti compresi nella regione del Mercurey, da cui i vini prendono la prestigiosa Denominazione: una delle più antiche di Francia, garanzia di identità e qualità.
JanotsBos
JanotsBos inizia a nascere nella mente di Thierry Janots e Richard Bos nel 1996, ma è nel 2005 che i nostri sognatori fondano la Maison. Siamo in Borgogna, in un luogo antico e pieno di energie, dove la linfa vitale estratta dalla terra è composta da Pinot Noir e Chardonnay. Lo stile di Thierry e Richard è un gioco di perfetti equilibri tra progresso e tradizione, dove l’autenticità è il fil rouge che da vinificazioni non interventiste, in coltivazione biodinamica, porta le uve fino al calice per un’esperienza indimenticabile: più che una semplice degustazione, è puro teatro.

Provenza
Abbaye de Pierredon
Dopo un passato a dir poco rocambolesco, la cantina diventa proprietà nel 2001 di Lorenzo Pelliccioli, ex top manager che ha fatto la storia recente della finanza italiana. Intraprendente e visionario anche da viticoltore, Lorenzo compie la sua ennesima impresa. In loco, all’epoca in cui lui compra la tenuta, non esiste un solo ceppo di vite. Partire da zero è una scommessa ardita, che lui vince in velocità e, per di più, in agricoltura biologica. Nel 2005 pianta i primi vitigni di Sauvignon e Merlot mentre nel 2010 sceglie un vigneron più unico che raro, che da lì in poi farà tutta la differenza. Nel 2019, al Concorso dei Vignerons Indépendants, la cantina vince alcune medaglie d’oro e d’argento.
Figuière
Il terreno scistoso della Provenza, il suo sole cocente e il Mar Mediterraneo che mitiga il clima sono sicuramente determinanti per la produzione vinicola di Figuière. Ma sono la passione e la dedizione con cui Magali, Francois e Delphine Combard mantengono viva la memoria e la filosofia del padre Alain a rendere questo luogo incredibile. E nei loro vini, tutti biologici certificati e in tiratura limitatissima, si percepiscono i valori di una famiglia autentica e il desiderio di rimanere ciò che sono sempre stati: una piccola grande azienda con una forte identità.
Mas de la Dame
Dal 1994 le sorelle Anne Poniatowski e Caroline Missoffe subentrano ai genitori e rappresentano con orgoglio la 4° generazione alla guida della tenuta di famiglia. Tutti i vini che producono qui sono coltivati e vinificati esclusivamente mediante processi naturali, il che li rende vivi, microbiologicamente ricchi e meritevoli di essere definiti biologici certificati, oltre che – stando alle parole di Anne – “più divertenti perché più imprevedibili”.
Italia

Toscana
Amici in Bolla
Prima ancora di una vigna e di una cantina, è un’idea. Tre amici fanno della loro comune passione per le bollicine una scommessa: creare nel cuore del Chianti Classico uno spumante con dna metà toscano e metà pavese. L’idea funziona, segno che questa piccola realtà vinicola è piccola ma sa sognare in grande.
Azienda Agricola La Lama
Situata nel Comune di Castelnuovo Berardenga, provincia di Siena, nel cuore più pulsante del Chianti Classico, è una delle realtà vitivinicole più piccole presenti in zona, con solo tre etichette in produzione. In compenso, la passione della famiglia è enorme: tutto viene curato personalmente con estrema dedizione. Un dato per tutti: le 7.000 bottiglie prodotte annualmente sono imbottigliate a mano in 2 giorni.

Valtellina
Dislivelli
A Palazzo Guicciardi storia, arte, design, natura e innovazione convivono appassionatamente. La dimora ubicata nel centro di Sondrio, che nel 1859 ospitò Garibaldi, oggi accoglie la cantina contemporanea di Gian Piero Ioli, architetto e vigneron che pratica la viticoltura estrema, oltre che sostenibile. Qui le botti in ceramica Clayver scelte per vinificare sono l’ultimo tassello di una filiera tutta naturale, in cui l’intervento umano è ridotto al minimo. Il Nebbiolo delle Alpi prodotto qui in purezza è un vino che nasce da solo, spontaneamente, sui terrazzamenti strappati alle rocce e che arriva nei calici in modo unico, cioè ogni volta diverso e imprevedibile.

Liguria
Cián du Giorgi
In dialetto ligure, Cián du Giorgi significa “Terrazzamento di Giorgi”. Un nome che è subito un’immagine, soprattutto se pensiamo che ci troviamo all’interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Villaggi e terreni inerpicati verso il cielo, mentre a valle il sole fa luccicare il mare. Dove tutto sembrava difficile, il talento, la passione e la caparbietà di Riccardo Giorgi e Adeline Maillard hanno domato e fatto rinascere vigne centenarie, da troppo tempo abbandonate a loro stesse. I loro vini, tutti naturali al 100%, offrono in ogni sorso il prezioso racconto della loro storia, profondamente legata al luogo e a chi ha saputo dargli valore.
Portogallo

Alentejo
Fitapreta
Siamo nell’alto Alentejo, a Fitapreta: una cantina con una profonda spiritualità, sospesa in perfetto equilibrio tra i valori del passato e i progetti per il futuro. Qui António Maçanita e Alexandra Leroy Maçanita utilizzano solo uve autoctone, in agricoltura biologica e con raccolta manuale notturna. Le bottiglie che ottengono, numerate una a una, hanno un unico difetto: sono a tiratura limitata. Prima che diventino introvabili, le trovate qua sotto.
Herdade Aldeia de Cima
Menzionata per la prima volta nel 1758, viene acquistata nel 1994 dalla famiglia Amorim che le da nuova vita per farne la culla di vini speciali, che possano “racchiudere il gusto dell’Alentejo in bottiglia”. È questa l’espressione che usano qui per definire la visione comune alla proprietà e alla squadra di lavoro. Una visione in cui il rispetto per il territorio e le sue caratteristiche uniche è sempre al primo posto.

Bucelas
Biogrape
Biogrape non è solo una cantina, è una filosofia di vita per Paulo Alves e il suo socio Afonso Meira che, per 8 lunghi anni, si sono dedicati a studi, sperimentazioni e ricerche nel tentativo di produrre un vino “perfetto”. E ci sono riusciti: dalle loro incredibili uve nasce il primo vino biologico di Bucelas, naturale al 100%. Questo è un Portogallo lontano dalle solite mete conosciute e affollate, una realtà piccola e orgogliosa di esserlo. Questa è un’adega con una spiccata identità e profondamente connessa con la natura. Questo è un piccolo paradiso.
Spagna

Andalusia
Antigua Real Fábrica de Hojalata
Nei suoi anni d’oro, dal 1725 al 1788, è il primo altoforno e la prima industria siderurgica nazionale. Viene poi abbondonata e diventa un covo di briganti. Da quando appartiene a Enrique Ruiz Fernandez vive una rinnovata spettacolare golden age nel suo nuovo ruolo di cantina vinicola di rara qualità. Nelle aree esterne, una volta dedicate alla produzione metallurgica, ora c’è un’invasione di viti. Il vecchio magazzino dei laminati ora è adibito a luogo di produzione dei vini, tutti biologici e naturali al 100% dalla vigna fino all’imbottigliamento. Solo uno di questi ha nobili origini in Borgogna, tutti gli altri provengono da vitigni rigorosamente autoctoni.