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Mas de la Dame
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Data di pubblicazione 1 ottobre 2022
Provenza

Mas de la Dame

Tempo di lettura 8 minuti

Sono sempre le stesse famiglie locali, 
da generazioni, a darci una mano con la vendemmia.

Anne Poniatowski va fiera di questa singolare joint venture, sia come proprietaria della tenuta (insieme alla sorella) sia come prima cittadina di Les Baux-de-Provence.

BIANCO / ROSSO / ROSÉ / SIRAH / BIOLOGICO
Provenza_Mas de la Dame_Vista

Lontana dalla costa scintillante e dal bagliore glamorous della Côte d'Azur, la Provenza è un caleidoscopio di tetti di argilla rossa, facciate color pastello, fattorie e castelli secolari, piazze assonnate, campi e vigneti punteggiati di fiori. 

Io percepisco il suo spirito nelle grida dei bambini che rincorrono il pallone, nella lama di un coltello che affonda in un fico e nel frinire concitato delle cicale. 

Al termine della lunga strada tortuosa che circonda la fortezza di Les Baux-de-Provence, Mas de la Dame appare con i suoi edifici in pietra chiara e le imposte in carta da zucchero.

Prima di percorrere il lungo viale d’accesso, fermo la macchina nello stesso punto dove Vincent Van Gogh nel 1889 sistemò il proprio cavalletto per immortalare la facciata della tenuta e dare vita all’opera: “Landscape in the Neighbourhood of Saint-Rémy”. Non so ancora che fra poco avrò modo di ascoltare la storia del suo soggiorno qui in Provenza e del suo straziante epilogo.

Provenza_Mas de la Dame_Gunter_Simona
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Mas de la Dame, con le sue finestrelle affacciate sul cortile interno di ghiaia bianca, riassume tutto quello che per me fa della Provenza la Provenza. Uomini e animali si muovono in slow motion, o non si muovono affatto: se ne stanno all’ombra delle piante per trovare un po’ di sollievo. È piena estate qui nel sud della Francia. La brezza è calda e secca, sembra di avere un asciugacapelli puntato davanti al viso. 

Anne Poniatowski ci accoglie sotto un sole incandescente e ci invita subito a entrare. È una donna elegante e pragmatica, dai modi spicci, e ci fa capire di non avere molto tempo a disposizione. Comprensibilmente.

Anne non è solamente la proprietaria del Domaine insieme alla sorella Caroline Missoffe, è anche la sindaca di Les Baux-de-Provence.

 

Nel 1903 Auguste Faye, commerciante borgognone e bisnonno delle due sorelle, si innamora della piccola tenuta di Mas de la Dame e la acquista. La lascia in eredità al figlio Robert (il nonno di Anne e Caroline), che si convince delle potenzialità di questo terroir. Decide di piantare, alternandoli, appezzamenti di vite e campi di ulivi, proprio come fecero gli antichi romani quando si stabilirono nella regione diversi secoli prima. Nasce così la prima azienda vinicola nella Vallée des Baux che oggi vanta 57 ettari di vigneti e 28 ettari di ulivi.

"Fu il nonno il primo produttore dell’intera valle”, ci spiega Anne “e ora la designazione Les Baux-de-Provence comprende soltanto 11 tenute, dove l’uva è raccolta tra otto comuni delle colline delle Alpilles.”

Tuttavia la storia di Mas de la Dame, letteralmente “Fattoria della Signora”, inizia molto prima del 1903. Secondo la leggenda, una donna disperata per la perdita del proprio amato cavaliere, fece voto di solitudine e castità e si ritirò a vivere in una fattoria vicino a Les Baux de Provence. È da lei che la tenuta avrebbe ricevuto il proprio nome misterioso. La versione un po’ meno romanzata vuole invece che la Signora della Fattoria fosse Hélène Hugolène, la Signora di Fos, proprietaria del Domaine nel XV secolo. 

Per tutto il tempo in cui Anne parla rimango in silenzio. Mi sembra di essere a una lezione di storia. 

Mas de la Dame è in una delle profezie di Nostradamus, 

che nacque proprio qui a Saint-Rémy-de-Provence e che si riferì a questo luogo in una delle sue quartine sulla fine del mondo: “Il mare coprirà la terra e si fermerà alla stele di Mas de la Dame.” Non posso non guardare la stele fuori dalla finestra. 

Provenza_Mas de la Dame_Stele_Nostradamus

Mas de la Dame è in un dipinto di Vincent Van Gogh, 

che qui a Saint-Rémy-de-Provence trovò per 53 giorni un poco di sollievo mentale facendosi ospitare dall’ospedale psichiatrico manco fosse il cliente di un albergo, e che poco dopo venirne congedato si tolse la vita, ma non prima di aver collocato la tenuta nella sua arte e averla così consegnata all’umanità e all’eternità. 

Provenza_Mas de la Dame_VanGogh_Dipinto
Provenza_Mas de la Dame_VanGogh_Dipinto
Provenza_Mas de la Dame_VanGogh_Dipinto
Provenza_Mas de la Dame_VanGogh_Dipinto

Mas de la Dame è nella penna di Simone de Beauvoir, 

che menziona la tenuta in La Force de l'âge: "Soffiava il vento su Les Baux quando sono arrivata lì... Un fuoco scoppiettava nel Camino della Reine Jeanne dove eravamo gli unici clienti. Abbiamo cenato a un tavolino vicino il focolare bevendo un vino di cui ricordo ancora il nome, il Mas de la Dame.”

Il racconto è così intrigante che non mi sono nemmeno accorto che sono apparse due bottiglie: La Stèle Blanc e Rosé du Mas. Sono i primi due esempi di vino naturale che assaggiamo. 

Provenza_Mas de la Dame_Gunter_Simona_Anne Poniatowski
Provenza_Mas de la Dame_Degustazione
Provenza_Mas de la Dame_Degustazione_Gunter

Le loro uve, così come quelle di tutti i vini prodotti da Mas de la Dame, sono coltivate e vinificate utilizzando da sempre solo processi naturali, e senza fare ricorso a prodotti chimici, il che significa che i vini che se ne ricavano sono vivi, ricchi di microbiologia naturale, e che hanno tutto il diritto di essere certificati Agriculture Biologique.

Anne ci dice che “i vini naturali sono più divertenti perché sono più imprevedibili. Non puntiamo a fare un prodotto di serie anno dopo anno, piuttosto cerchiamo una costante collaborazione con la natura che ci permetta di ottenere i prodotti migliori."

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Io e Simona siamo impressionati dall’energia che Anne ci trasmette. Nel 1994 lei e sua sorella sono subentrate ai genitori alla guida della tenuta. Cittadine della capitale con una vita piena e appagante, decidono di lasciare Parigi e le rispettive professioni, giornalista di economia e finanza Anne, giornalista di moda Caroline, per prendere in mano le redini del Domaine. Un cambio di vita radicale. Oggi non solo rappresentano con orgoglio la 4a generazione della tenuta di famiglia, si sono anche fortemente radicate nella comunità. Se Anne, come già sappiamo, è la prima cittadina di Les Baux-de-Provence, Caroline è la presidente della denominazione Les Baux-de-Provence.

Intanto, chissà come, sono apparse altre 4 bottiglie: La Stèle Rouge, Réserve du Mas, Coin Caché Blanc e Coin Caché Rouge. È in particolare quest’ultimo, con la sua personalità volitiva, a catturare la mia attenzione. È un rosso che più rosso non si può: a qualcuno ricorda la zuppa di fragole, qualcun altro lo paragona a un brandy di ciliegie e prugne. Io affondo il naso nei suoi effluvi e vengo colpito dalla sua personalità aromatica. Quando passo al palato, è una macedonia esplosiva di frutti rossi. Ha uno stile tutto suo questo vino, ostinato e impudente, tanto che mi sembra di sentirgli dire “io sono il rosso che voglio essere e le regole dell’eccellenza me le do da solo.”

Provenza_Mas de la Dame_Degustazione_Anne Poniatowski
Provenza_Mas de la Dame_Degustazione_Anne Poniatowski
Provenza_Mas de la Dame_Degustazione_Gunter_Simona

La Stèle Blanc, Rosé du Mas, La Stèle Rouge, Réserve du Mas, Coin Caché Blanc e Coin Caché Rouge sono i vini naturali di Mas de la Dame che devi assolutamente provare anche tu.

A questo punto trovo ancora più sbagliato presumere, come si fa spesso, che la vinificazione naturale richieda meno abilità solo perché legata a meno regole. In realtà la mancanza di struttura viene compensata da più conoscenze e più intuizioni. 

Anne aggiunge un’informazione curiosa al suo racconto. “Ogni anno, durante la vendemmia, ci sono intere famiglie locali che vengono a darci una mano. Letteralmente, visto che la raccolta è interamente manuale. Il bello è che sono sempre le stesse famiglie, da generazioni. Hanno stretto un legame con Mas de la Dame tanto tempo fa e non lo sciolgono più.”

È una singolare joint venture, in effetti, che evidentemente rende fiera sia la proprietaria sia la prima cittadina. 

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Provenza_Mas de la Dame_Vendemmia_Rom

 

Grazie al sorriso di Simona riusciamo a convincere la nostra ospite oberata di impegni a farsi rubare ancora qualche minuto e a condurci dove riposano i suoi vini.  Si tratta degli antichi tini di cemento costruiti da nonno Robert e ora rinati a nuova vita. Le pareti di queste cisterne sono di un rosso profondo, quasi abissale: è il vino che vi è maturato dentro ad averle tinte così. La patina di un materiale una volta vivo riveste le mura e si sgretola toccandolo. File ordinate di botti ci mostrano il loro volto nascondendo ciò che contengono. 

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Provenza_Mas de la Dame_Gunter_Simona_Anne_Botti
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L’aria che respiriamo è fresca e ci invita a non andarcene mai: per un appassionato di vino come me è come il canto delle sirene per Ulisse.

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La sindaca deve proprio scappare. L’abbiamo sottratta per troppo tempo ai suoi doveri.

Risaliamo in macchina e Simona mi dice che non vuole rientrare a casa. Vuole esplorare. Ottima notizia! Adoro guidare senza una meta, e sugli sterrati ancora di più. Per cui imbocco un lungo sentiero insidioso che si inerpica su per le montagne. Mi sembra di guidare in Sardegna. La strada sale e si apre in uno spiazzo. Il paesaggio appare preistorico. Ci troviamo sull’orlo di uno strapiombo: 40 metri sotto di noi c’è una laguna nata in un’antica cava abbandonata. Il colore è quello di un lago alpino e invita a gettarvisi dentro per trovare refrigerio.

Provenza_Mas de la Dame_Lago_Cava_Vista

Intanto una famiglia è scesa nella laguna dal lato in cui una volta i mezzi pesanti entravano nella cava. Io e Simona, seduti sul bordo del vuoto profondo a guardare questa famiglia giocare nell’acqua, ci sentiamo come due comparse in un film di Luca Guadagnino.

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